L’eremo di Santa Caterina del Sasso

inserito il 9 Dicembre 2012
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Stamattina 10km di corsa al Parco di Monza, mai così bello: sembrava un paesaggio uscito da un racconto d’inverno, tutto luce e neve e aria gelata.
Poi a pranzo (in ritardo) nel posto più bello del mondo, che è la casa di Carlo Sironi, teatro – negli anni – di pranzi e serate, chiacchiere, e rapimenti artistici.


Affacciata sul lago Maggiore, davanti a Stresa e all’Isola Bella, perfettamente integrata nel verde, la casa è un inno alla bellezza e all’arte; il parco curatissimo, il prato che sembra un tappeto, le camelie maestose; il museo di legno e vetro, con all’interno piante di arancio, pompelmo e limone, come nel giardino delle Esperidi; le ceramiche di Antonia Campi e Giò Ponti disseminate ovunque, i quadri (le donne nude di Chini, una foto di Araki, le nature morte del ‘600, i Warhol e gli affreschi strappati alle chiese); la collezione Robj (completa); i mobili di design.
Tutto è fatto perchè ovunque lo sguardo si posi vi sia bellezza.

Oggi il mondo era inondato di luce: il lago leggermente increspato, con un’unica vela bianca a sfidare l’aria fredda, le montagne già imbiancate di neve, la sala in cui erano comparsi presepi in ceramica e decorazioni natalizie. Un albero grande, pieno di decorazioni.

Tornando a casa ho visto le indicazioni che portavano all’Eremo di Santa Caterina, e mi sono fermata. L’aria era fredda, e stava scendendo il crepuscolo. 240 gradini circa portano all’eremo, che è un posto incantato. C’è un giardino affacciato sul lago e sulle montagne, il vecchio refettorio, e una chiesa piccola e piena di affreschi.
I colori, l’assenza di rumore, il salmodiare delle preghiere, la luce soprattutto, rosa e grigia, riflessa dal lago. L’immagine della chiesa minuscola a precipizio sulle rocce, con le montagne imbiancate di neve sullo sfondo.
Essere lì sola era bellissimo.

categoria: // Backpack

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