Shanghai / 2. Looking for xi shuài

inserito il 11 Novembre 2011
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E’ stata una giornata incredibile. Shanghai mi ha strabiliato.
C’era il sole e sprazzi di cielo azzurro nel cielo leggermente nuvoloso; sembrava una giornata di autunno / le temperature sono 4-5 gradi mediamente superiori che a Milano.
E’ venuto a prendermi nella hall Federico, e mi ha portato in sidecar (in sidecar!!!) nel suo ufficio, poco distante.

Ha l’ufficio in un palazzo molto bello, oltre il 20° piano, da cui si vede tutta la parte nuova della città (di là dal fiume), che è davvero magnifica.
Nell’ufficio c’era una foto del Bund negli anni ’20 e qualche anno fa: gli edifici coloniali affacciati sul fiume sono rimasti gli stessi, ma la città alle loro spalle è cambiata in modo incredibile.

Poi in taxi sono stata alla città vecchia con il famoso Yu Garden, meta di turisti (99% cinesi) e quindi piena di negozietti di souvenir di ogni genere e di fast food.
Ho fatto 15 minuti di coda per aggiudicarmi dei ravioli bolliti (pare che fosse il posto migliore per gustarne, c’era una fila incredibile) / mi sono tornate in mente le patatine fritte di Amsterdam… sul successo di queste botteghe affacciate sulle strade, di puro take-away, andrebbe scritto un saggio… mi viene in mente anche a Koufonissi, il tipo che vendeva la pita, o nell’entroterra di Ancona quelli della brioche farcita di cui ho scordato il nome /.

Ho comprato la zuccheriera nuova per l’ufficio, che farà svenire Marco, rasentando la follia del kitch più assoluto (Sergio sarebbe impazzito).
Data la spesa ragguardevole, e considerato che la commessa del negozio pareva capire l’inglese, ho chiesto dove poter trovare dei grilli, che qui si usano come animali domestici. Tra gesti, suoni, e foto sfocate di fiere Redbug… la tipa ha capito cosa cercavo, ha sgranato gli occhi ed sono iniziate le consultazioni su 1. dove trovarli 2. come scrivere il nome della via e il nome delle bestiacce.

Sono arrivate 5 commesse di negozi vicini, e alla fine ho avuto il mio foglietto scritto con gli ideogrammi (foto).

Uscita dalla città vecchia, scopro che nessun taxi mi ci vuole portare e che devo andarci a piedi. Ho chiesto indicazioni ad un sacco di gente, mostrando il mio foglietto –  e devo dire che tutti sono stati educatissimi e molto gentili, anche se nessuno sapeva l’inglese.
Sono arrivata in una parte della città che sembrava un altro mondo / ecco, non mi capacito di come possano convivere i grattacieli con l’Asia dei miei viaggi. Non riesco a spiegare il concetto, perchè è diverso da tutto quello che ho visto in anni di viaggi.
E’ come se a Parigi ci fosse una via con i ristoranti per la strada che trovi in Vietnam o in Myanmar o con i panni stesi per strada su canne di bambu.
Eppure la città è pulita; niente rifiuti per le strade, niente polvere come in India. La città non è sovrappopolata o sovratrafficata. E’ grande, c’è tanta gente, ma non la moltitudine indiana onnipresente che dopo un po’ ti ossessiona.
A Shanghai respiri (aria piena di smog, ma in quantità idonea).

Shanghai è come una città europea, solo che non è europea, appartiene ad un altro mondo, che con il nostro non c’entra nulla. La distanza è incommensurabile; in questo senso la modernità di Shanghai è ingannevole… gli Starbucks (ovunque), i grattacieli, le luci, la gente vestita come gli occidentali, la loro passione per i nostri brand: non conta nulla perchè qui siamo altrove, esattamente come l’India è India e la testa della gente è diversa dalla nostra.
Non c’è possibilità di integrazione.

Girando con il foglietto sono arrivata in un mercatino di animali; vicoli strettissimi (meno di un metro), animali in gabbia di ogni razza, dai gatti agli uccelli, tanti anfibi, qualche rettile, tantissimi insetti.
E ho trovato le case dei grilli, gabbiette fatte apposta, che volevo per Redbug… sono tornata insomma con i campioni. Ce n’è una che amplifica il suono dei grilli e che in fiera spopolerà… ha persino il coperchio in madreperla (e mi è costata uno sproposito).
Erano tutti un po’ stupiti che un’occidentale fosse lì e che volesse le gabbiette; ma il venditore mi è proprio piaciuto, perchè cercava di parlare in inglese.

Un taxi mi ha lasciato in un posto sbagliato, così sono arrivata a Piazza del Popolo attraverso vie che non avrei percorso – la piazza è molto bella, molto viva, con il parco, i negozi carini e curiosi.

Sono uscita di nuovo per andare al Bund, che la sera è una meraviglia di luci, impressionante; è una passeggiata piacevolissima lungo il fiume, solcato da barche illuminate, e affacciato sulla parte nuova della città (Pu Dong), fatta di edifici e torri stratosferiche. Domattina voglio andare a vedere.
Il passeggio era pieno di gente, ed era gente contenta. Non ho visto miseria, ho visto gente che ha un potere d’acquisto di gran lunga superiore a quello che pensavo.
Federico mi ha detto che i cinesi sono spendaccioni, che comprano tablet e cellulari anche se gli costano uno stipendio intero.

Sul Bund ho incontrato due ragazze che parlavano inglese e siamo andate insieme in una casa da the. Mi ha fatto piacere chiacchierare con loro; una di loro si sposerà a marzo e pensa di venire in viaggio di nozze in Italia; l’altra, Wendy, parlava un inglese che mi ha lasciato a bocca aperta e studiava giapponese.

Siamo state un’ora a parlare e anche questa conversazione non ha fatto che stupirmi:

  • Erano qui in vacanza (i cinesi fanno vacanza); la ragazza che si deve sposare indubbiamente aveva una situazione economica benestante (iPhone, era già stata 4 volte a Shanghai…). Hanno viaggiato all’estero.
  • Usano Internet ma … non è lo stesso Internet che conosciamo noi. Anche questo mi ha sconcertato / me l’aveva già detto Federico /: Facebook è inaccessibile (hanno un surrogato che si pronuncia ChiuChiu); mns non è vista molto bene, e nemmeno Google, che pertanto non funzionano come in Europa; Skype c’è e funziona; Twitter c’è; usano un motore di ricerca chiamato Baidu.
  • Sanno un sacco di cose su di noi: Wendy sapeva a quanti anni va in pensione la gente in Italia (io non lo so); ovviamente sapeva delle vicende di Berlusconi e delle nostre difficoltà a livello europeo.
  • Non gli va giù il fatto di non poter avere più di 1 figlio, per via della politica di controllo delle nascite; dicono che tanta gente va all’estero per poter fare più figli e tornare.
  • Ci sono molti (MOLTI) più maschi che femmine, per cui loro erano certe di sposarsi… pare che il rapporto sia 4:1.
  • A casa comandano le donne: gli uomini governano e le donne comandano gli uomini.

Insomma, sono finita in un pianeta che non mi aspettavo e mi sconvolge più di tutto l’averlo ignorato fino ad ora.

categoria: // Backpack

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