Pomeriggio avevamo un appuntamento in una (nota) concessionaria di moto.
Laura mi aspettava fuori.
Anche lei imprenditrice, anche lei reduce da una settimana impegnativa; ci siamo chieste “come va?” e abbiamo risposto con lo stesso sguardo “per fortuna che è venerdì (…)”.
Eravamo in anticipo – e ci siamo sedute su un divano di pelle, tutto intorno moto chic e atmosfera rarefatta, grandi vetrate e venditori che si districano tra pareti di vetro senza che i passi sfiorino terra.
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Ieri sera le donne correvano nelle retrovie (tranne Angela, ovviamente) e chiacchieravano.
// è troppo bello chiacchierare mentre si corre, dà a Milano un’aria da salotto – e poi, tra donne,  fa molto “Sex in the city” //

Tutte lavoriamo, tanto (e tutte, sotto sotto, consideriamo gli uomini come “bipedi parzialmente evoluti” – come li chiama Sara – anche se non si dice).

Stamattina però riflettevo sulle differenziazioni.
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Questa sera mi hanno telefonato e come sempre ero nella vasca da bagno (che sia per questo motivo che il mio cellulare dà segni di cedimento?).
E’ stato forse riesumato un progetto di CRM che ci avevano dato per disperso, dopo tanto entusiasmo (e un bellissimo ppt che giace da qualche parte sulla mia scrivania).
Che fare?
Noi si va e si combatte fino alla fine, guai a lasciare qualcosa di intentato.

Sono qui con Niagara a mangiare le chiacchiere del mio panettiere e a studiare le prossime mosse.

Mi ha chiamato l’inquilina perfetta (un personaggio mitologico, una rarità), dicendo che (purtroppo, ndr) ha comprato casa e che tra 6 mesi se ne va. Toccherà armarsi di santini e amuleti vari e rimettersi alla ricerca.

Ieri sera cotoletta al Paper moon per festeggiare l’arrivo di un X5.
Che bello camminare a mezzanotte per le vie del quadrilatero, sbirciando le vetrine e lamentandosi di non aver comprato nulla con i saldi – ormai nei negozi del centro è arrivata la primavera.
Si parlava di aziende e di moda, di New York e di clienti russi (incredibile sentirsi dire da un uomo quello che tutte le donne sanno: il portafoglio è solo Vuitton e le scarpe sono l’accessorio più importante che ci sia).

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Pomeriggio sui numeri. Un bilancio è come la fotografia di un’azienda, ti dice cosa non va.
Eravamo io, Marco, Federico in ufficio – e pensavo a quanto è difficile è decidere una strategia e perseguirla, sapersi astrarre dal day by day per cambiare le cose.

Intanto la Acromantula muove i primi passi incerti, ma ha un nome ed esiste.

Sembra che ci siano mille decisioni da prendere e che tutto sia possibile (ma il mio ginocchio sinistro ancora fa male, e domani vado a sentire cosa dice l’osteopata).

Questa sera mi ha chiamato Karol, dicendomi che non mi faccio più vedere.
In effetti non andiamo più a La Scaletta con la frequenza di un tempo; non si tratta di tradimento, ho precisato – anche se a pranzo indulgo sul tortino di mele del Bagutto, che è così vicino al nostro ufficio.
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